Nuove linee guida OMS
Moderatori: AnlaidsOnlus, Claudia Balotta, ANLAIDS
Gio80, questa è la guida OMS relativamente al primo test:
http://whqlibdoc.who.int/publications/2 ... 68_eng.pdf
a pag. 10 (POST-TEST COUNSELLING) c'è scritto che il counselling post test deve contenere:
"An explanation of the test result, including information about the window period for the appearance of HIV-antibodies and a recommendation to re-test in case of a recent exposure".
quindi si capisce bene che per l'OMS il re-test è la ripetizione del primo test e non, come dici tu, la ripetizione del test dopo il test condotto a 3/4 mesi.
Infatti, nella guida menzionata in questo 3d, nelle definizioni c'è scritto:
"Re-testing – refers to a situation where additional testing is performed for an individual after a defined period of time for explicit reasons, such as a specific incident of possible HIV exposure within the past three months"
Quindi, traduco testualmente: "il re-test si riferisce ad una situazione in qui un test addizionale viene condotto su un individuo dopo un periodo definito di tempo per ragioni esplicite, come una possibile esposizione all'HIV negli ultimi 3 mesi".
Più chiaro di così...
Comunque ti riassumo la posizione OMS:
1) Si esegue il test sugli individui con finalità di screening e, bada bene, indipendentemente se hanno corso o meno un rischio recente:
2) Solo per quegli individui risultati negativi che però negli ultimi 3 mesi hanno avuto una esposizione a rischio occorre ripetere il test ad una distanza di tempo appropriata.
Tale distanza di tempo è considerata di 4 settimane (pag. 16 punto 5) dalla data del primo test:
"Persons with known HIV exposure who test HIV negative at the first
HIV testing encounter following the incident (i.e. sex with a known HIV-positive person, and/or sharing of injecting equipment with a known HIV-positive person) warrant re-testing after 4 weeks from the time of the initial test to ensure that they are truly HIV negative."
Ti faccio notare che, tra l'altro, il re-test è indicato solo se il contatto (sessuale o per siringa) è avvenuto con persona sicuramente HIV+.
Quindi, come vedi, le 4 settimane dal primo test + i 3 mesi massimi considerati come periodo a rischio, danno un periodo finestra massimo di 4 mesi. Ma proprio massimo. Perchè se io faccio un test, ma so di aver avuto una esposizione due mesi prima, allora dovrò aspettare 4 settimane e ritestarmi. In questo caso il periodo è di tre mesi.
Ecco perchè si dice che il periodo finestra è di 3/4 mesi.
Se chiaramente si fa il test ed uno sa che ha avuto un'esposizione il giorno prima, ovviamente non basterà attendere 4 settimane in questo caso per il re-test per essere definitivo. Sta a chi fa il counselling fornire informazioni sul periodo finestra e suggerire la ripetizione del test dopo 3 mesi (vedi contenuti counselling post-test all'inizio del mio messaggio).
Insomma, per farla ancora più semplice, il succo è che se fai un test ed è negativo puoi avere la sicurezza di essere veramente sieronegativo solo se non hai avuto esposizione al rischio negli ultimi 3 mesi. Altrimenti dovrai ripetere il test.
E questo è quello che si è sempre detto finora, non ci sono novità.
Ora dobbiamo solo attendere che l'ISS approvi e si adegui alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Salute, riducendo di conseguenza l'attuale periodo finestra legale di 6 mesi.
E ricordiamoci pure che qui stiamo parlando di periodi finestra LEGALI, in quanto indipendenti dalla tecnologia utilizzata nei test.
I tempi indicati in queste linee guida valgono paradossalmente anche per i test di I e II generazione che sappiamo essere REALMENTE maggiori dei test di III e, ancor di più, di IV generazione. Per non parlare dei NAT.
Ciao
http://whqlibdoc.who.int/publications/2 ... 68_eng.pdf
a pag. 10 (POST-TEST COUNSELLING) c'è scritto che il counselling post test deve contenere:
"An explanation of the test result, including information about the window period for the appearance of HIV-antibodies and a recommendation to re-test in case of a recent exposure".
quindi si capisce bene che per l'OMS il re-test è la ripetizione del primo test e non, come dici tu, la ripetizione del test dopo il test condotto a 3/4 mesi.
Infatti, nella guida menzionata in questo 3d, nelle definizioni c'è scritto:
"Re-testing – refers to a situation where additional testing is performed for an individual after a defined period of time for explicit reasons, such as a specific incident of possible HIV exposure within the past three months"
Quindi, traduco testualmente: "il re-test si riferisce ad una situazione in qui un test addizionale viene condotto su un individuo dopo un periodo definito di tempo per ragioni esplicite, come una possibile esposizione all'HIV negli ultimi 3 mesi".
Più chiaro di così...
Comunque ti riassumo la posizione OMS:
1) Si esegue il test sugli individui con finalità di screening e, bada bene, indipendentemente se hanno corso o meno un rischio recente:
2) Solo per quegli individui risultati negativi che però negli ultimi 3 mesi hanno avuto una esposizione a rischio occorre ripetere il test ad una distanza di tempo appropriata.
Tale distanza di tempo è considerata di 4 settimane (pag. 16 punto 5) dalla data del primo test:
"Persons with known HIV exposure who test HIV negative at the first
HIV testing encounter following the incident (i.e. sex with a known HIV-positive person, and/or sharing of injecting equipment with a known HIV-positive person) warrant re-testing after 4 weeks from the time of the initial test to ensure that they are truly HIV negative."
Ti faccio notare che, tra l'altro, il re-test è indicato solo se il contatto (sessuale o per siringa) è avvenuto con persona sicuramente HIV+.
Quindi, come vedi, le 4 settimane dal primo test + i 3 mesi massimi considerati come periodo a rischio, danno un periodo finestra massimo di 4 mesi. Ma proprio massimo. Perchè se io faccio un test, ma so di aver avuto una esposizione due mesi prima, allora dovrò aspettare 4 settimane e ritestarmi. In questo caso il periodo è di tre mesi.
Ecco perchè si dice che il periodo finestra è di 3/4 mesi.
Se chiaramente si fa il test ed uno sa che ha avuto un'esposizione il giorno prima, ovviamente non basterà attendere 4 settimane in questo caso per il re-test per essere definitivo. Sta a chi fa il counselling fornire informazioni sul periodo finestra e suggerire la ripetizione del test dopo 3 mesi (vedi contenuti counselling post-test all'inizio del mio messaggio).
Insomma, per farla ancora più semplice, il succo è che se fai un test ed è negativo puoi avere la sicurezza di essere veramente sieronegativo solo se non hai avuto esposizione al rischio negli ultimi 3 mesi. Altrimenti dovrai ripetere il test.
E questo è quello che si è sempre detto finora, non ci sono novità.
Ora dobbiamo solo attendere che l'ISS approvi e si adegui alle linee guida dell'Organizzazione Mondiale della Salute, riducendo di conseguenza l'attuale periodo finestra legale di 6 mesi.
E ricordiamoci pure che qui stiamo parlando di periodi finestra LEGALI, in quanto indipendenti dalla tecnologia utilizzata nei test.
I tempi indicati in queste linee guida valgono paradossalmente anche per i test di I e II generazione che sappiamo essere REALMENTE maggiori dei test di III e, ancor di più, di IV generazione. Per non parlare dei NAT.
Ciao
Adesso ho capito pero rimane il fatto che quel 5% potrebbe convertire dopo anche se e una piccola percentuale magari se il dottore farebbe chiarezza su questo 5% a che categoria di persone appartiene magari persone già con qualche patologia ho malattie varie dottore ci può spiegare quel 5% di persone sono persone normali nel senso sane o persone con già dei problemi e quali potrebbero essere??? Grazie
-
- Messaggi: 24
- Iscritto il: 19 giugno 2010, 19:32
Mi fa piacere di esserti stato utile.
Riguardo quel 5% di sieroconversioni oltre i 3 mesi, il Dottore saprà sicuramente delucidarci al meglio.
Nella mia ignoranza, ritengo comunque siano riferibili ai test meno sensibili (I e II generazione) non più utilizzati nel nostro Paese ma magari ancora utilizzati in Paesi meno "sviluppati". La guida in questione vale in tutto il mondo. Ricorda che il periodo massimo di sieroconversione (cioè il periodo finestra) non è un dato esogeno al test ma dipende dalla tecnologia utilizzata nel test medesimo (che ne determina la sensibilità).
Quando nel documento si dice che il 95% delle sieroconversioni avvengono nei 3/4 mesi non si sta distinguendo tra le diverse tecnologie disponibili, occorre quindi logicamente considerare la guida valida per ogni tecnologia.
In Francia ad esempio, le linee guida danno un periodo finestra di 3 mesi ma se si effettua un test combinato Ag/Ab le stesse linee guida riducono il periodo finestra a 6 settimane (a meno di PEP).
Questo è un chiaro esempio di linee guida che distinguono tra tecnologie.
Vi sono poi sicuramente da includere i casi limite di persone con deficit immunitari pregressi che magari possono anche combinarsi con l'utilizzo di tecnologie di test obsolete.
Io, sempre nella mia ignoranza, direi che se si fa un test in Italia e contemporaneamente non si è a conoscenza di particolari proprie disfunzioni, si può essere abbastanza sicuri di non ricadere in quel 5%.
Riguardo quel 5% di sieroconversioni oltre i 3 mesi, il Dottore saprà sicuramente delucidarci al meglio.
Nella mia ignoranza, ritengo comunque siano riferibili ai test meno sensibili (I e II generazione) non più utilizzati nel nostro Paese ma magari ancora utilizzati in Paesi meno "sviluppati". La guida in questione vale in tutto il mondo. Ricorda che il periodo massimo di sieroconversione (cioè il periodo finestra) non è un dato esogeno al test ma dipende dalla tecnologia utilizzata nel test medesimo (che ne determina la sensibilità).
Quando nel documento si dice che il 95% delle sieroconversioni avvengono nei 3/4 mesi non si sta distinguendo tra le diverse tecnologie disponibili, occorre quindi logicamente considerare la guida valida per ogni tecnologia.
In Francia ad esempio, le linee guida danno un periodo finestra di 3 mesi ma se si effettua un test combinato Ag/Ab le stesse linee guida riducono il periodo finestra a 6 settimane (a meno di PEP).
Questo è un chiaro esempio di linee guida che distinguono tra tecnologie.
Vi sono poi sicuramente da includere i casi limite di persone con deficit immunitari pregressi che magari possono anche combinarsi con l'utilizzo di tecnologie di test obsolete.
Io, sempre nella mia ignoranza, direi che se si fa un test in Italia e contemporaneamente non si è a conoscenza di particolari proprie disfunzioni, si può essere abbastanza sicuri di non ricadere in quel 5%.
Grazie ancora il fatto e che parlando con l operatore Dell iss lui afferma che l organismo umano scientificamente può produrre anticorpi al 100% fino a 6 mesi ecco perché dicono 6 mesi ora io sono pienamente d'accordo che i test sono molto più sensibili di una volta ma vorrei sapere quali fattori possano ritardare la comparsa di anticorpi oltre i tre mesi ?
gio, se hai fatto una RNA PCR qualitativa ti avranno spiegato che questo test ricerca direttamente l'RNA virale e che è più probabile il falso positivo del falso negativo. Inoltre, a supporto, hai anche un moderno test anticorpale.
Entrambi effettuati a distanza ragguardevole dal contatto.
Non ti serve niente altro.
Puoi stare sicuro che non hai il virus. Fattene una ragione.
E inutile continuare a discutere del nulla.
ciao
Entrambi effettuati a distanza ragguardevole dal contatto.
Non ti serve niente altro.
Puoi stare sicuro che non hai il virus. Fattene una ragione.
E inutile continuare a discutere del nulla.
ciao
Io mi sento ansioso perché non so quali categorie di persone rientrano in quel 5% So che la pcr RNA qualitativa ricerca il virus io l ho effettuata a 4 mesi in un grosso laboratorio privato pagandola profumatamente ma nonosante abbia detto in ospedale di a er fatto la pcr i medici mi hanno detto che il test sicuro e a 6 mesi e di ospedali ne ho girati tanti io sono del sud pensa che un medico reparto malattie infettive mi ha detto addirittura 8 mesi!!! E assurdo